Per le aziende, ma anche per i singoli individui, la viralità sembra essere diventata una componente importante per la propria comunicazione. Raggiungere alte percentuali di visibilità sembra essere diventato lo scopo principale.
Su questo argomento mi ero già espressa anche qui.
Con questo articolo non ho intenzione di demonizzare il fenomeno della viralità di per sè, piuttosto quello di avere la viralità come unico scopo o come principale mezzo per la strategia di web marketing.
Cosa si intende per viralità?
Di solito si definisce “virale” un qualsiasi contenuto quando:
- ha una diffusione esponenziale;
- viene fruito da una grandissima quantità di persone;
- tutto questo avviene in un lasso di tempo relativamente breve.
Si usa questo termine perché si associa la circolazione del contenuto alla propagazione di un virus.
In realtà questo paragone è improprio, perché se un contenuto si diffondesse come un virus, non riusciremmo a capirne il successo: sarebbe un processo del tutto casuale. Le persone, invece, condividono e diffondono contenuti con scopi ben precisi. Ecco, infatti, che molti esperti di comunicazione, sono in grado di fare leva sui parametri che rendono un contenuto interessante tanto da spingere alla condivisione e renderlo altamente visibile.
Ma “viralità” è senza dubbio un termine evocativo, per cui è molto utilizzato ed è diventato sinonimo di alta visibilità. Ed è vero: produrre un contenuto che si espande a macchia d’olio nella community è di certo un modo per ottenere una grande visibilità.
Il punto è: a quale costo vuoi ottenere tale visibilità?
La visibilità a tutti i costi non necessariamente porta a buoni risultati. I risultati si ottengono con la giusta visibilità, al giusto pubblico di riferimento.
Grande visibilità non sempre significa buoni risultati
Negli ultimi anni siamo stati abituati a un certo tipo di marketing, l’instant marketing, che sfrutta il linguaggio dei social network e gli argomenti più discussi in quel momento, per far parlare di sé.
Regina di questa tipologia di comunicazione è senza dubbio Ceres SpA
Ma non è l’unica.
Un’altra Azienda che ha fatto parlare molto di sé per questo tipo di comunicazione è Taffo Funeral Service.
Per chi non lo sapesse, Taffo è un’azienda di onoranze funebri che ha deciso di tenere un’insolita strategia di comunicazione sui propri canali social, inserendo molta satira e umorismo nero ad ogni contenuto.
Ovviamente questo atteggiamento ha diviso a metà le opinioni delle persone: chi li reputa geniali, chi pensa che siano fuori luogo.
Ma le opinioni sono solo opinioni fino a che non si vanno a monitorare i risultati.
Una qualsiasi campagna di comunicazione deve portare benefici all’azienda, i quali si devono tradurre in fatturato, non in like.
?Questo è il fatturato di Taffo per questo 2017

Senza troppi giri di parole, possiamo vedere che il fatturato di Taffo è crollato clamorosamente, nonostante i like alla pagina Facebook facciano pensare tutt’altro.
Conclusione
Per quanto io apprezzi, in modo sincero, lo humor di Taffo (ed evidentemente in molti condividono il mio pensiero) la strategia di comunicazione non è risultata utile.
Questo perché Taffo non ha un pubblico specifico di riferimento. Siamo, purtroppo, tutti potenziali clienti, ma solo quando si verificherà la morte di un nostro caro. A quel punto dovremmo avere la lucidità di contattare:
- o Taffo, che fino a quel momento mi ha fatto ridere;
- o una qualsiasi altra impresa di onoranze funebri, che fino a quel momento ha svolto il proprio lavoro con serietà e totale assenza di ironia e, probabilmente, non è neanche sui social network.
Evidentemente le persone, in quei momenti così delicati, hanno pensato di scegliere la seconda opzione.