
Molto spesso ci chiediamo se davvero la pubblicità su Facebook e Instagram funziona, soprattutto dopo aver provato ad investire qualcosa in prima persona e abbiamo ottenuto scarsi risultati
Dal report Dentsu sugli investimenti pubblicitari, è possibile vedere come la ripresa sia condotta soprattutto dai mezzi digitali che crescono fino a rappresentare la metà di tutta la spesa.
Questi dati vogliono dire che gli investimenti per le sponsorizzazioni su motori di ricerca e Social Media stanno continuando ad aumentare.
Per quale motivo?
- Si attribuisce ai Social Media un ruolo rilevante per la comunicazione e il marketing aziendale;
- Il sistema per la creazione delle inserzioni – soprattutto quelli di Facebook e Instagram, che si chiama Gestione Inserzioni – è semplice, intuitivo e accessibile a tutti;
- È possibile raggiungere un gran numero di persone con budget relativamente bassi.
Nonostante queste tre considerazioni siano veritiere, è molto comune raggiungere scarsi risultati “reali” con le proprie campagne di advertising:
- Qualche interazione con il post ma nessuna visita al sito;
- Alcuni commenti ma nessun contatto qualificato;
- Qualche like alla pagina ma nessuno intenzionato a diventare paziente (al massimo qualche collega).
Probabilmente, se stai leggendo questo articolo, anche tu sei tra quelli che hanno pensato che le pubblicità su Facebook non funziona granché e che i Social siano strumenti buoni solo per generare qualche interazione con il pubblico, ma che non portino assolutamente a risultati concreti per il tuo studio.
Fortunatamente la tua considerazione è errata. Ecco un elenco di motivi per i quali le tue campagne non portano i risultati che vorresti.

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Pubblicità su Facebook: quando non funziona
1. Non definisci in modo strategico il tuo pubblico
Di certo sarai riuscito a dare qualche indicazione riguardo alla tipologia di persone che desideri raggiungere.
Targettizzare il pubblico, però, non significa dare in pasto alla Gestione Inserzioni solo dati demografici come fascia di età e area geografica. Devi anche dare indicazioni su interessi, comportamenti e connessioni.
Tuttavia, per il tuo settore non è poi così semplice individuare un pubblico in base agli interessi che Gestione Inserzioni ti mette a disposizione. Per intendersi, non esiste la possibilità di inserire “persone con disturbi dell’alimentazione” oppure “persone che soffrono di ansia”.
Quindi è necessario ricorrere a strategie a lungo termine e strutturate per sfruttare appieno le potenzialità delle Facebook ads.
2. Sbagli l’obiettivo della campagna
Un errore molto comune è quello di “mettere in evidenza” i propri post e usare gli obiettivi che portano interazioni o visualizzazioni dei video.
La scelta di un obiettivo per una campagna è cruciale perché definisce la nostra strategia o una parte di essa. Dal pannello di Gestione Inserzioni di Facebook potrai notare che gli obiettivi da poter selezionare sono davvero molti.
Indipendentemente da quale sia l’obiettivo selezionato, l’algoritmo di Facebook lavorerà per farcelo raggiungere al minor costo possibile. Per far questo, cercherà di mostrare l’inserzione alle persone che fanno parte del pubblico che hai selezionato e che risultano più propense a compiere quell’azione che ti aspetti facciano.
Questo significa che se ottimizzi una campagna per avere più like al post, ma il tuo reale obiettivo è quello di ricevere messaggi privati, Facebook si focalizzerà su quella fetta di pubblico che permetterà di ottenere molte interazioni ma, purtroppo, nessun messaggio.
3. Non veicoli il messaggio giusto
La definizione del target è una condizione necessaria ma non sufficiente per il successo della tua campagna. È fondamentale comunicare il messaggio giusto al pubblico giusto.
Ho già accennato al fatto che molto spesso si cerca di vendere ad un pubblico freddo, cioè che non ti conosce. Questo è sicuramente l’errore più grave che si possa fare e che si traduce in una vera e propria perdita di tempo e di denaro.
Solo in pochissimi si possono permettere di fare campagne di vendita:
- Hai un Brand conosciutissimo (ma issimo issimo eh);
- Hai un’attività basata esclusivamente sulle offerte e la corsa al ribasso dei prezzi (non credo sia il tuo caso);
- Ti rivolgi ad un pubblico caldo che, quindi, si trova in un processo di conversione avanzato.
Perché ti dico questo? Rifletti bene. Acquisteresti qualcosa da qualcuno che non conosci e che ti propone di comprare? Oppure penseresti subito all’inganno, alla truffa?
È importante far avvicinare le persone al tuo personal brand lentamente, per permettere che si instauri fiducia tra voi.
4. Non sperimenti e non correggi
Neanche i più grandi esperti sanno creare l’inserzione perfetta al primo tentativo. Il successo di una campagna è determinato anche dal saper scegliere le immagini e i testi giusti che stimolino il reale coinvolgimento. Come si fa a spere quale siano l’immagine e il testo giusti da utilizzare? Per quanto si possa pensare di aver costruito un messaggio infallibile, l’unico modo per scoprirlo è testare.
Prova a creare almeno 2 messaggi diversi ma che siano costruiti per portare al medesimo obiettivo e poi valuta: ha migliori risultati l’inserzione A o l’inserzione B? È più ricettivo il pubblico A o il pubblico B? Posso migliorare qualcosa nel testo? Posso migliorare qualcosa nell’immagine? E così via.
Se non sperimenti, non puoi sapere cosa funziona e cosa no. E rimarrai sempre con il dubbio se la pubblicità su Facebook funziona davvero o è una grande bolla speculativa.
Inoltre, non puoi pensare di ottenere più risultati se non metti in pratica quello che hai imparato da queste sperimentazioni.
Se seguirai i consigli che ti ho dato, potrai trovare in Gestione Inserzioni un fedele alleato per la crescita del tuo studio e per l’acquisizione di nuovi pazienti. È davvero uno strumento utile per la tua strategia di digital marketing, tutto sta nel capire come sfruttarlo a tuo vantaggio.
Se pensi di aver bisogno della guida di un professionista in questo percorso, non esitare a contattarmi. Nel frattempo puoi visitare la pagina del mio servizio dedicato alla sponsorizzazione degli psicologi.